Autunno, stagione ibrida e che si presenta talora con caratteristiche ancora prettamente estive, tal altra con i primi spunti invernali. Quando, come quest’anno, l’estate non molla l’osso, il mese di settembre trascorre all’insegna di condizioni meteo-climatiche pressochè estive. Le alte pressioni dominano, le precipitazioni scarseggiano e le prime irruzioni di aria fredda hanno difficoltà ad inserirsi sul Mediterraneo.
In quei casi saranno i mesi di ottobre e novembre a farsi carico di riequilibrare le energie tuttavia, proprio questo ritardo nel normale avvicendamento della stagione, potrebbe essere fonte poi di fenomeni estremi.
I più attenti osservatori avranno certamente notato questa fase “ibrida” della stagione dalla attuale distribuzione dei temporali. Gli amici di Zenastormchasers non si sono fatti sfuggire gli ultimi eventi e chi hanno inviato diverse splendide immagini delle strutture temporalesche attuatesi i giorni scorsi sul Levante Ligure.
Osservate le prime due immagini in alto e a fianco, catturate qualche giorno fa e proposte da William Demasi: la prima ci mostra una struttura temporalesca notturna sviluppatasi in mare aperto a ridosso del tratto costiero tra Sestri Levante e le Cinque Terre. Si tratta di temporali marittimi che, come saprete, tendono a svilupparsi nelle ore notturne perchè il mare è più caldo della terraferma e la massa d’aria che lo sovrasta è più umida di quella che si trova sulla terraferma. Un processo che avviene a maggior ragione in autunno e in inverno, stagioni che vedono il mare essere sempre più caldo della terraferma.
Bene, ora però voltandosi verso l’Appennino, si nota che in contemporanea una seconda struttura temporalesca imperversa all’interno della fascia costiera e interessa anche i primi rilievi montuosi. In questo caso si tratta di un temporale con contributo orografico, dovuto all’ascesa forzata di aria calda e umida lungo i pendii montuosi. Un processo come questo è invece prerogativa dei caldi pomeriggi estivi, più che di una notte d’autunno. Come vedete, in questa stagione, le due tipologie di temporali possono coesistere, a dimostrazione del difficile braccio di ferro in atto tra estate e autunno.
Concludo con una ulteriore testimonianza di questo passaggio di consegne tra le due stagioni, proponendovi il video qui sopra, che è stato girato a Punta Helbronner, poco meno di 3.400 metri, nel massiccio del Monte Bianco. Siamo all’alba e si può notare che la notte ormai lunga, ha determinato un cospicuo raffreddamento della superficie del ghiacciaio noto come “Vallèè Blanche” con condensazione del contenuto di umidità e formazione di nebbia. L’aria, divenuta così più densa e quindi più pesante, tende a scivolare per gravità e a precipitare poi in corrispondenza del salto che la conduce come una cascata di aria, verso il fondovalle aostano 2 mila metri più in basso.
Come avete visto, cari amici e cari lettori, l’autunno si fa ammirare in tutte le sue sfaccettature, basta fermarsi un istante e riprendere il contatto con quello che ci circonda, con la natura, della quale facciamo parte ma che, purtroppo, sembra sempre divenire più ostile e remota, quasi sconosciuta, comunque sempre fantastica e sorprendente.
Luca Angelini
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