
Che sia caldo o freddo il gioco è sempre lo stesso, solo a segno invertito. Così durante l’inverno la corsa delle temperature – secondo le romanzesche cronache dei media – è al ribasso, con l’applicazione delle formule dalle quali si ricava il cosiddetto wind chill (vento + freddo), mentre in estate salta fuori il tormentone della temperatura percepita (caldo + umidità) e la relativa corsa al rialzo e belle che pronta.
Quello che a noi interessa è il livello di disagio cui andiamo incontro quindi. per non rimaner storditi dalla girandola delle temperature che spaziano entro un range di valori estremi quasi extraplanetari, vi propongo un documento ricavato da uno studio condotto dall’Università degli Studi di Milano in collaborazione con l’Associazione Meteonetwork con la quale ho il piacere di collaborare, che ci descrive i principali indici adoperati in ambito sanitario nel caso delle ondate di caldo estive.
La temperatura avvertita dall’organismo umano (Indice di Calore) può essere calcolata in vari modi (Summer Simmer Index, Humidex, Heat Index) con risultati anche differenti e, oltretutto, anche dipendenti dalle percezioni personali, dallo stato di salute e da molti altri fattori.
L’Indice di Calore (Heat Index HI), è un indice che consente di stimare il disagio fisiologico causato da condizioni meteorologiche caratterizzate da alte temperature ed elevati livelli di umidità dell’aria. Tale indice può essere calcolato per temperature uguali o superiori a 27°C ed umidità relativa uguale o maggiore al 40%. È, quindi, idoneo per valutare il disagio termico durante la stagione estiva, cioè quando il calore e la radiazione solare possono rappresentare un serio problema. Con temperature superiori a 42°C, anche al variare dell’umidità relativa, l’indice attribuisce la condizione esaminata sempre alla classe estrema.
L’Indice Termoigrometrico (Thermohygrometric Index – THI) è un indice che si propone di calcolare all’incirca il valore dell’indice di disagio di Thom, usando direttamente la temperatura dell’aria e l’umidità relativa, escludendo quindi dal calcolo la temperatura di bulbo bagnato. Il THI, a differenza dell’indice di Thom, è un indice che giunge direttamente ad una classificazione climatica, piuttosto che ad un sistema di classificazione biometeoclimatica, a partire da dati valori termoigrometrici. E’ valevole sia per fasi meteorologiche estremamente calde, come per periodi molto freddi. Con temperature superiori a 46°C, anche al variare dell’umidità relativa, l’indice individua sempre la classe estrema. Nella tabella seguente sono riportate le temperature-soglia con le relative categorie bioclimatiche o, per meglio dire, climatiche. In questo indice (come per altri indici presi in considerazione) non si tiene conto del fattore vento.
Il New Summer Simmer Index (NSSI) è un recente indice biometeoclimatico, qui presentato nella sua ultima versione. È un indice applicabile quando la temperatura è superiore o uguale a 22°C ed è sensibile fino ad una temperatura di 53°C. Si tratta pertanto di un indice biometeoclimatologico volto a descrivere condizioni di stress da calore durante la stagione calda.Oltre la soglia dei 53°C, anche variando l’umidità relativa, l’indice individua sempre il valore massimo della classificazione, cioè “estremamente caldo”.
L’Indice viene calcolato in °F.
Per ulteriori informazioni sulle formule applicate vi rimando alla descrizione integrale riportata sul sito web del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute – Università degli Studi di Milano.
Luca Angelini