Maggio fresco e piovoso: quanto potrà servire per limitare i bollori dell’estate?

Il fascino della meteorologia e del tempo atmosferico in generale, sta nel fatto che tutto quanto sta accadendo in questo momento trae origine da eventi innescatisi anche molto lontano, sia nel tempo che nello spazio. E’ vero, in apparenza non è proprio immediato immaginarsi un tale meccanismo, tuttavia ne possiamo saggiare chiare dimostrazioni ogni giorno: basti pensare ad una perturbazione, magari nata sul Canada, una massa d’aria venuta su dal nord Africa, una giornata di vento che ci porta il profumo dei ghiacci polari.

Tutti gli eventi atmosferici sono quindi legati tra loro e danno luogo a determinate conseguenze. Molte volte ci sarà capitato di sentire che un caldo precoce nel corso della primavera è l’anticamera di un’estate infernale. Naturalmente non ci sono legami statistici sufficienti a considerare tale correlazione come vera e universalmente riconosciuta, tuttavia una base di verità c’è e per noi deve essere sufficiente quella.

Le estati caratterizzate da onde di calore particolarmente feroci e ripetute traggono origine ovviamente dalla disposizione delle strutture atmosferiche, le quali è vero che si dispongono “a caso” ma è anche vero che si sviluppano a seconda di quello che si trovano davanti.

Per semplificare, possiamo ritenere importanti ad esempio le anomalie relative alle temperature e alle precipitazioni registrate nel corso della primavera, in particolare nel mese di maggio, poichè possono avere ripercussioni proprio sulla prima parte dell’estate. Un mese di maggio fresco e piovoso a livello continentale può preludere ad un avvio dell’estate moderato. Questo in virtù del fatto che i terreni hanno potuto smaltire l’energia derivata dalla radiazione solare in due modi; sia per la presenza di aria fresca, sia per il raffreddamento causato dall’evaporazione dei suolo umidi o intrisi dalle piogge. Sulle zone continentali poste molto a nord, a questo possiamo aggiungere anche l’ulteriore sottrazione di calore ad opera della fusione delle ultime nevi residue, mentre sugli oceani gioca un ruolo fondamentale il ritardo nel riscaldamento delle acque superficiali.

Come vedete, una medesima situazione sinottica può avere conseguenze diverse a seconda delle condizioni pregresse. Per venire a noi, dopo una prima parte della primavera davvero anomala, è arrivato il mese di maggio che ha proposto sull’intero scenario europeo una situazione sfavorevole all’eccessivo accumulo di calore. A questo si aggiunge, o forse sarebbe meglio dire che si affianca, il fatto che il Monsone del nord Africa è ancora dormiente.

Questo è senz’altro un buon deterrente e, finchè durerà, ci permetterà di beneficiare di un clima finalmente sganciato dall’oppressione nord-africana, in nome di un revival della gradevole e pacata estate mediterranea, magari in compagnia del “compianto” anticiclone delle Azzorre.

E chiedere troppo?

Luca Angelini

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