
E’ l’interrogativo che molti lettori ci pongono proprio in questi giorni, quando gli ultimi dati rilevati dalla Società Meteorologica Alpino-Adriatica e CNR – Istituto di Scienze Polari, hanno rilevato in quota spessori anche fino a 5 metri di neve in alcune zone. In realtà questa domanda, a priori, non è corretta perché mette in relazione eventi meteorologici ed eventi climatici che si pongono su scale diverse. Un po’ come mischiare le mele con le pere… Il tempo infatti è quello che fa oggi e che farà domani, il clima è il tempo che ha fatto negli ultimi 30 anni. L’equazione tra i due non è quindi possibile.
Dunque se è vero che gli spessori nevosi attuali in alcune zone montuose del Friuli Venezia Giulia sono da record (anche se il record assoluto spetta alla stagione invernale 2000/2001 quando si raggiunsero i 7 metri), è anche vero che trattasi di una situazione derivante esclusivamente dall‘andamento meteorologico contingente su scala locale. A fronte di una stagione invernale complessivamente nella norma, è stato inoltre il solo mese di maggio a dispensare nevicate superiori alla media (riferimento 1979-2020). L’annata attuale quindi rileva un’eccezione, dato che negli ultimi anni gli spessori di neve registrati in quelle stesse zone a maggio hanno normalmente oscillato tra i 310cm di inizio mese, ai 190cm di fine mese.
Prendere come modello questa situazione locale per tentare di dimostrare che il Global Warming non esiste è pertanto totalmente errato. Se oggi sulle montagne del Friuli Venezia Giulia c’è ancora molta neve, su qualche altra zona sta facendo molto più caldo e, a conti fatti, per il Pianeta ha fatto pari. Se inoltre andassimo a rispolverare i dati del passato, scopriremmo che anche in Friuli Venezia Giulia sino alla metà del secolo scorso lo spessore nevoso del mese di maggio è stato a volte anche molto più abbondante di quello attuale e anche a quote inferiori.
Luca Angelini