
In questi ultimi tempi il nostro Pianeta sembra diventato un formicaio impazzito: mentre la nuova malattia si infiltra indisturbata tra le maglie di scellerati e incapaci, e in soli 2 mesi ha già potuto fare almeno due-tre volte il giro del mondo, il clima va per conto suo infrangendo record su record, il tutto mentre, sotto l’impensabile silenzio calato sui fautori delle scie chimiche ormai “misteriosamente” scomparse dal cielo (chissà perchè vero…), i Social eleggono a giro quotidiano nuovi scienziati “ad honorem” prendendoli dagli ex allenatori di calcio da bar rimasti senza lavoro.
Ora, spezzando una lancia nei riguardi degli scienziati veri quelli che, sotto l’ingiusto fuoco incrociato dei sapientoni da sala, si stanno prodigando per capirci qualcosa in più riguardo al virus che sta cambiando il mondo, vorremmo fare chiarezza sulle bufale che ogni giorno escono dalle righe dei media, del tipo: “è vero che il caldo ucciderà il Covid-19? E’ vero che chi fuma non prende il coronavirus? E’ vero che il Covid si rifugia nei testicoli? E’ vero che la sua diffusione è dovuta alle antenne del 5G?” Ebbene, sappiate che nessuna di queste domande merita una risposta.
Ci sono invece studi veri, in fase preliminare, che stanno cercando di individuare quale correlazione può esserci, ad esempio, tra il particolato atmosferico e la diffusione del contagio da coronavirus. Siamo qui nelle fasi iniziali della sperimentazione; secondo il metodo scientifico infatti i passi per formulare una teoria sono i seguenti: 1) Individuazione di un fenomeno. 2) Formulazione di una ipotesi. 3) Esperimenti per dimostrare l’ipotesi. 4) Esperimento riuscito–> formulazione teoria–>verifica e valutazione in contraddittorio della teoria da parte del collegio degli scienziati oppure 5) Esperimento fallito–>si ricomincia da capo.
Dunque, riguardo l’ipotesi del particolato atmosferico come possibile veicolo di contagio, gli scienziati fanno sapere di essere ancora nelle fasi iniziali dello studio (fasi 2 e 3). Siamo quindi ancora nel campo delle ipotesi. Lo studio in questione deve in pratica essere ancora pre-esaminato, dimostrato e validato dalla Comunità Scientifica Internazionale. Siamo ancora nel campo della raccolta dati e non esiste pertanto alcuna conclusione in merito.
Ricordiamo quindi: l’informazione è una cosa seria, affidiamoci solo alle fonti scientifiche ufficiali, non facciamoci infinocchiare dagli strilloni da strapazzo, che oggi ci ingannano e domani spariscono o peggio finiscono per mangiare aragoste alle nostre spalle.
Luca Angelini
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