Il tempo di settembre ci può dire che autunno sarà?

Proiezioni stagionali che delizia: c’è chi dice bianco, chi dice nero, si sente tutto e il contrario di tutto. Un vero e proprio campo minato, materia sulla quale si costruirà forse la meteorologia del futuro. Per oggi basti sapere che l’analisi comparata delle varie fette climatiche inerenti il presente atmosferico del nostro pianeta – le cosiddette teleconnessioni – ci viene incontro, costituendo a livello statistico l’unico vero strumento per non brancolare nel buio.

Per dirla con altre parole, possiamo affermare che conoscere il tempo che fa attorno al mondo nel mese di settembre ci può suggerire che autunno potrà essere a grande scala. Senza entrare nel merito di particolari tecnici tediosi, possiamo anticiparvi che il prossimo trimestre autunnale pare incline ad imbastire una linea complessivamente consona al periodo e, dopo un’estate caliente come quella che sta chiudendo attualmente i battenti, non è poco.

Il tira e molla tra la banda anticiclonica subtropicale che man mano arretra e le evoluzioni della Corrente a Getto polare che invece guadagna terreno verso le medie latitudini, crea notevoli sollecitazioni al campo barico tra nord e sud del nostro continente. Quanto detto risulta già sufficiente a creare i presupposti per un inizio di autunno quanto meno normale. E se così fosse, ne beneficeremmo tutti, grazie soprattutto agli apporti piovosi che sono mancati negli ultimi mesi.

Questo per dar tempo alle esuberanze anticicloniche nord-africane di riporre le armi e lasciar spazio alle tipiche dinamiche autunnali. Ma del resto tutti gli anni è, o dovrebbe essere, così. Attenzione però: non dimentichiamo che viviamo gli anni Duemila. Questo per sottolineare che le piogge arriveranno ma con il maltempo che si farà forte dei classici vortici mediterranei, più che di semplici perturbazioni da una botta e via. E i mari sono molto più caldi del normale; altra discriminante che potrebbe complicare le cose.

Piogge si dunque, ma non adesso e, anche quando verranno, non continue, probabilmente forti ma a singhiozzo e alternate a periodi più caldi e asciutti, l’altra faccia della medaglia meridiana. Anche questo è ormai il trend assodato degli autunni 3.0. 

Luca Angelini