
L’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO, World Meteorological Organization) ha reso noto l’elenco degli eventi meteorologici estremi che provocano più vittime. Per ora l’elenco, che contempla solo episodi avvenuti in epoca storica ben documentata, riguarda solo alcuni tipi di eventi (cicloni tropicali, tornado, fulmini e grandine), ma la WMO intende allargarlo presto anche ad altri, a partire dalle inondazioni e dalle ondate di calore.
“Questo Guinness dei primati dal sapore sinistro non è frutto di una improvvisa passione per i record dei meteorologi”. Questa osservazione è stata fatta da Randy Cerveny della Arizona State University e responsabile della sezione Eventi estremi della WMO, il quale ritiene che ” lo studio in atto è utile per stabilire una scala di riferimento con cui confrontare le calamità future e per prepararsi a cercare di ridurne l’impatto, anche in vista del loro prevedibile aumento in relazione al riscaldamento climatico“.
“La conoscenza dettagliata di questi estremi storici – prosegue Cerveny – ci ricorda che la nostra responsabilità non è solo prevedere e monitorare il clima, ma anche usare queste informazioni per salvare vite in tutto il mondo, in modo che in futuro disastri simili diminuiscano o siano addirittura eliminati”.
Ecco l’elenco degli eventi meteorologici più letali al mondo.
Cicloni tropicali: 300.000 persone circa furono uccise direttamente dal passaggio di un ciclone tropicale in Bangladesh (all’epoca Pakistan orientale) tra il 12 e il 13 novembre 1970.
Tornado: 1.300 vittime furono provocate dal tornado che il 26 aprile 1989 devastò il distretto di Manikganj, in Bangladesh.
Fulmini (morti dirette): 21 persone vennero direttamente uccise da un singolo fulmine che il 23 dicembre 1975 colpì l’interno di una capanna del Manyika Tribal Trust Land nello Zimbabwe (all’epoca Rhodesia).
Fulmini (morti indirette): 469 persone perirono nell’incendio innescato il 2 novembre 1994 a Dronka, in Egitto, da un fulmine che colpì un deposito di petrolio.
Grandine: 246 persone morirono il 30 aprile 1888 a Moradabad, nell’Uttar Pradesh, in India, in seguito a una grandinata , i cui chicchi – riportano le relazioni dell’epoca – avevano le dimensioni di “uova d’oca, arance e palline da cricket”.
“Penso che molte persone non siano consapevoli della pericolosità di determinati tipi di maltempo”, ha concluso Cerveny, ricordando che un elenco più completo dei fenomeni meteorologici estremi è consultabile presso l’archivio on line della WMO”.
Report Luca Angelini